Distorsione di Caviglia

                                             Distorsione di caviglia                                  

La distorsione di caviglia è un evento frequente in vari sport: pallavolo, basket, football. Nei casi meno gravi, quando non c’è stato interessamento delle cartilagini o fratture, il trattamento deve essere conservativo.

L’obiettivo, nella fase iniziale, è la risoluzione dell’edema, perché fondamentale è una mobilizzazione precoce e una riabilitazione per il recupero dell’articolarità e della stabilità articolare, con esercizi propriocettivi specifici volti a evitare l’instabilità cronica di caviglia.

Il tutore gioca un ruolo importante nei traumi distorsivi, sia in acuto ( quando la caviglia è dolente e gonfia ), sia durante la fase di riabilitazione, quando il paziente necessita ancora di un supporto, soprattutto nel caso di un rientro anticipato sui campi di gioco.

La distorsione può essere in inversione e in eversione.

Un atterraggio sotto canestro o sotto rete sul piede di un compagno di squadra o di un avversario è la causa più frequente di traumi distorsivi alla caviglia.

Traumi distorsivi in inversione : il piede si porta all’interno, la caviglia all’esterno, in un movimento di supinazione forzata; le strutture legamentose a rischio sono quelle laterali ( la capsula articolare e i ligamenti peroneo astragalico anteriore ).

Si può anche  verificare un impatto tra l’angolo interno dell’astragalo e la tibia con lesione della cartilagine e/o dell’osso subcontrale con edema della spongiosa, talora fratture del V metatarso, malleolo peroneale, calcagno e cuboide.

Traumi distorsivi in eversione : è un evento più grave e si verifica quando il piede scivola all’esterno e la gamba all’interno: il ligamento deltoideo contribuisce a sostenere il piede tra astragalo e scafoide ( un suo cedimento può dare una deformità del piede in piattismo. ); talora sono presenti fratture del V metatarso, malleolo tibiale e peroneale, calcagno e cuboide con  instabilità cronica di caviglia.

Accertamenti diagnostici

L’instabilità cronica di caviglia  può essere determinata da una non adeguata riabilitazione propriocettiva nel post trauma, fondamentale per il ripristino della completa stabilità e la prevenzione di successivi infortuni.

E’ indispensabile eseguire una radiografia per escludere eventuali fratture metatarsali e peroneale; la Risonanza Magnetica  se si sospettano fratture al calcagno e al cuboide.

Il trattamento conservativo

Il primo obiettivo per il controllo dell’edema e la riduzione del dolore:

riposo, immobilizzazione con bendaggio funzionale, ghiaccio ed elevazione della gamba, in seguito laserterapia,  tecarterapia , ionorisonanza, terapie manipolative, terapia vibrazionale tipo bosco system, rieducazione propriocettiva tipo delos

Oggi si ricerca una precoce mobilizzazione dell’articolazione per il ripristino veloce della funzione e la scomparsa dell’edema per cui occorre attuare lo stretching della muscolatura posteriore, con rieducazione propriocettiva, per evitare la instabilità cronica e la causa di successive recidive .

Fondamentale è il recupero dell’escursione articolare.

Il lavoro di rinforzo muscolare si focalizzerà sulla muscolatura deputata al movimento del piede e della caviglia. Si comincerà con esercizi in carico concentrici, eccentrici e isotonici su tutti i piani dello spazio, quindi in pronazione, supinazione, flessione plantare, flessione dorsale. Con il progredire delle sedute si possono introdurre delle resistenze elastiche e/o pesi.

Per quanto riguarda la riabilitazione propriocettiva, si progredisce partendo dallo stato di scarico, quindi di carico controllato fino al carico completo. Possiamo utilizzare sia superfici stabili sia superfici instabili, provocare o meno una distrazione al paziente al fine di allenare la caviglia a reagire a quelle sollecitazioni alle quali può essere sottoposta nella quotidianità, quando l’attenzione non è focalizzata sull’articolazione; il tutto sia monopodalicamente sia bipodalicamente. Per la riabilitazione propriocettiva si utilizzano tavolette basculanti su un piano o su più piani dello spazio, cuscini morbidi atti a simulare un terreno sconnesso, trampolini sempre con l’obiettivo di destabilizzare l’articolazione e richiamare quelle reazioni di equilibrio della caviglia.

Gli esercizi potranno essere eseguiti a occhi aperti, ma anche chiusi per focalizzare maggiormente l’attenzione del paziente sulle sensazioni propriocettive escludendo quelle visive.

Completato il trattamento riabilitativo è importante il lavoro sulla prevenzione, onde evitare possibili recidive, con esercizi funzionali per il rinforzo della pronazione attraverso i peronei.

Nei prossimi mesi, parlerò di posturologia clinica e biometria.

 

 

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