Disfunzioni del FEGATO

           Valutazione secondo i criteri della Medicina Funzionale

Per diagnosticare i problemi causati dal cattivo funzionamento del fegato possiamo avvalerci dei criteri delle Catene Causali fegato. Questo metodo diagnostico risale alla Medicina Cinese, clinica, Europea e sino alla attuale biofisica. La diagnosi di Catena Causale si basa sulla verifica di tutti i sintomi che il paziente riferisce, compresi anche quelli che non avrebbero correlazione fra di loro, ricercando il punto di partenza dei sintomi (detta Cuore di Catena Causale) ed esaminando le possibili manifestazioni ed evoluzioni di una patologia. Elenco di alcuni sintomi e segni normo-funzionali tipici della Catena Causale fegato.

Cefalea al vertice, astenia.                                              Disordini del metabolismo   Scotomi.                                                                            Dispepsia, dolore e gonfiore ad       

Risvegli notturni.                                                               dominale, stipsi

Epatiti acute e croniche.                                                 Prurito generalizzato

Patologie infiltrative.                                                      Obesità, sovrappeso, adiposità

Edemi di ridotta pressione oncotica.                            viscerale  

Teleangectasie, angiomi a ragno.

 Questi disturbi possono essere con esordio acuto ed improvviso, e con natura migrante e può avere componente settica e dolorosa.

 Abbiamo parlato prima di Catena Causale di organo principale che chiameremo cuore di fegato e catena bersaglio.

La diagnosi di catena causale fegato avviene attraverso l’analisi di tutti i sintomi e problemi di salute che il malato presenta e permette di individuare il punto da cui è realmente partito il problema di salute ( cuore di catena causale fegato)  considerando l’intero quadro clinico del paziente. (bersagli che si relazionano con l’unità fegato).

 Prendiamo ora in esame l’elenco di alcuni organi e le strutture collegate al cuore di catena fegato e riportiamo una breve descrizione del tipo di correlazione.

Fegato e vescica biliare: costituiscono un’unica unità funzionale, sia per continuità che per funzionalità ed appartengono allo stesso movimento legno (secondo MTC: medicina tradizionale cinese).

Fegato e microbiota, Mucose e Malt e Galt: in casi di infiammazione del Galt (acronimo dell’inglese di Galt-Associated Lynphoid Tissue: tessuto linfoide associato alla mucosa). Rappresenta la parte di sistema immunitario presente a livello del tratto digerente.

Avviene una diminuzione della capacità di permeabilità selettiva, per cui i nutrienti non completamente digeriti, tossine, batteri, funghi, parassiti e LPS attraversano i capillari dei villi della parete intestinale e si diffondono in circolo fino al fegato. L’arrivo di un ingente quantità di sostanze tossiche, nel tempo, porta a insufficienza epatica, nodulo steatosico, cirrosi, patologie da fegato grasso non alcoliche (NAFLD) e squilibrio metabolico con alterazioni dell’assetto lipidico.

Il metabolismo batterico intestinale produce sostanze tossiche come fenolo, cadaverina, agamantina, indolo, ammoniaca, che vengono riassorbite e che, raggiunto il fegato, lo sovraccaricano portando a dispepsia e riproposizione del circolo vizioso della disbiosi, favorendo la riproduzione intestinale di germi patogeni.

L’alterazione della fisiologica composizione del microbiota, associata ad un danno della barriera riversa nel torrente sanguigno endotossine batteriche che attivano recettori immunitari epatici quali TLR4, TLR9 e TLR2 che, nel tempo, promuoveranno il processo di fibrosi degli epatociti.

In condizioni di disbiosi intestinale aumenta la concentrazione sistemica di TMAO (trimetil – ammina-N ossido) che è correlata con il rischio cardiovascolare e l’accumulo progressivo di trigliceridi a livello epatico (steatosi epatica) e con la diminuita produzione di acidi grassi a catena corta quali propionato acetato e butirrato.

Il butirrato è particolarmente importante al mantenimento serrato delle giunzioni epiteliali dell’intestino in quanto fonte energetica degli enterociti e quindi nel controllo della permeabilità intestinale.

 

Fine prima parte.

 

 

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